Traduttore umano vs. traduttore automatico: questione di credibilità

L’intelligenza artificiale promette (o minaccia) di rivoluzionare molti aspetti delle nostre attività private o professionali, inclusa la traduzione. Sebbene la machine translation sembri una soluzione facile per ridurre i costi delle traduzioni aziendali, è fondamentale considerare i potenziali impatti sulla credibilità dell’azienda. L’intelligenza artificiale può certamente accelerare il processo di traduzione e ridurre i costi associati all’impiego di traduttori umani. Tuttavia, la precisione e la sensibilità culturale delle traduzioni umane sono spesso difficili da simulare efficacemente da parte delle macchine. L’uso di strumenti di traduzione automatica può portare a errori di traduzione, ambiguità o persino fraintendimenti culturali che possono danneggiare la reputazione di un’azienda o un professionista. La comunicazione aziendale è cruciale per instaurare fiducia con i clienti e i partner. Traduzioni inaccurate potrebbero causare confusione o addirittura offendere il pubblico target. Un linguaggio inappropriato o un contenuto mal tradotto potrebbero minare la professionalità e la credibilità dell’azienda, indebolendo le relazioni e danneggiando l’immagine complessiva. Questo rischio è ancora più grande se si tratta di una lingua complessa, come lo sloveno. Non è un segreto che noi traduttori spesso dobbiamo ritradurre totalmente a nuovo i testi che si è tentato di tradurre con l’intelligenza artificiale, con risultati disastrosi. In sintesi, sebbene l’intelligenza artificiale possa sembrare una soluzione conveniente per abbassare i costi delle traduzioni, le aziende e i professionisti dovrebbero valutare attentamente i potenziali rischi per la credibilità. Infine, non dimentichiamoci che con un traduttore umano si può parlare, ci si può spiegare e chiarire e magari anche costruire e mantenere un rapporto di fiducia reciproca. Un rapporto umano vero e non solo...

“Perché nella traduzione ha modificato i nomi delle persone?”

Con questo articolo vorrei dare un accenno di risposta alla domanda che mi è stata fatta diverse volte dopo aver consegnato la traduzione di un testo che contiene nomi propri: “Come mai nella traduzione ha modificato i nomi delle persone?” A volte questa domanda riguarda le traduzioni di testi legali, come decreti ingiuntivi, citazioni, sentenze, ricorsi vari, atti notarili ecc., dove l’esatta corrispondenza di significato tra il testo fonte e il testo di arrivo è importantissima, e perciò spesso viene richiesta anche l’asseverazione della traduzione tramite il giuramento del traduttore. Quando si tratta di una traduzione in lingua slovena (ma il discorso vale anche per molte altre lingue slave), un committente che non conosce lo sloveno può facilmente rimanere sorpreso, vedendo che i nomi propri, in particolare i nomi delle persone, sono modificati. Così, per esempio “lo studio dell’avv. Rossi” si traduce in sloveno con “pisarna odv. Rossija”. Come mai “Rossi” viene cambiato in “Rossija”? Questo succede perché in sloveno i sostantivi o nomi, anche quelli propri, vengono declinati mediante desinenze in diversi casi grammaticali. Così “Rossi” non cambia sempre in “Rossija” (genitivo e accusativo), ma può venire modificato anche in “Rossiju” (dativo e locativo) o “Rossijem” (strumentale), oppure rimane “Rossi” (nominativo). La corretta scelta del caso, e quindi della desinenza, dipende dalla funzione che il nome assume all’interno della frase. La lingua slovena prevede sei casi grammaticali che svolgono essenzialmente queste funzioni: Il nominativo è normalmente usato per indicare il soggetto che compie l’azione, per esempio “l’avv. Rossi chiede…”; Il genitivo si usa per esprimere una specificazione, più precisamente un possesso, per esempio “lo studio dell’avv. Rossi”; Il...
Perché Google Translate non basta e perché la creatività è importante anche nella traduzione tecnica?

Perché Google Translate non basta e perché la creatività è importante anche nella traduzione tecnica?

La tecnologia della traduzione, con i molteplici strumenti di traduzione automatica, sta facendo enormi progressi, ma il traduttore umano è ancora indispensabile per avere la garanzia della fedeltà e della coerenza del testo tradotto. Questo vale per tutte le lingue, ma è particolarmente evidente quando si tratta di lingue meno diffuse su scala mondiale, come lo sloveno. Anche quando si tratta di semplici parole chiave che si intende usare per un annuncio o per ottimizzare l’indicizzazione di un sito web, bisogna prestare attenzione e non fidarsi troppo delle soluzioni ottenute tramite vari strumenti di traduzione automatica, tra cui uno dei più conosciuti è senz’altro Google Translate. Vorrei illustrare questa tesi con un esempio concreto. Mi viene chiesto di tradurre un annuncio di un’azienda che si occupa di carpenteria.   Tra le parole chiave da utilizzare la più importante è proprio “carpenteria”. Tutti i dizionari, non solo gli strumenti di traduzione automatica, affermano che “carpenteria” in sloveno si traduce come “tesarstvo”. Non dovrebbero esserci dubbi, quindi. Ma visitando il sito dell’azienda mi rendo conto che lavora quasi esclusivamente con materiali metallici, e questo mi mette in guardia. Il vocabolo sloveno si riferisce sempre alle lavorazioni del legno. Il verbo corrispondente “tesati” significa infatti “dirozzare, sgrossare il legno” e “lavorare con l’ascia”. Sarebbe del tutto innaturale se lo usassimo per la lavorazione del metallo, tanto che la traduzione letterale della dicitura “carpenteria metallica” risulterebbe una contraddizione in termini. L’uso del termine che viene indicato dai traduttori automatici sarebbe quindi del tutto fuorviante per i destinatari dell’annuncio: i potenziali clienti. Tutto questo significa che ci vuole un traduttore umano che si impegni...
Distinguere tra sloveno, slovacco, slavo…

Distinguere tra sloveno, slovacco, slavo…

Più di una volta mi è successo che mi era stato chiesto di effettuare una traduzione di un testo “sloveno”, ma aprendo l’allegato alla mail ho scoperto che si trattava invece di un testo slovacco. Effettivamente esiste questa somiglianza tra i nomi delle due lingue che può portare a confonderle. Ma si tratta di due lingue ben distinte e difficilmente uno sloveno potrà comprendere bene un testo scritto in slovacco, e viceversa. Entrambe vengono parlate dai popoli che hanno conquistato la propria indipendenza in tempi piuttosto recenti. Il fatto che la Slovenia sia un paese confinante sembra non essere sufficiente a tenere ben distinte le idee circa le due nazioni. Del resto, ogni tanto sento ancora qualcuno che parla della Iugoslavia – che non esiste più dal 2003 – riferendosi al paese oltre il confine orientale dell’Italia… Noi sloveni siamo, spero non del tutto ingiustamente, orgogliosi della nostra lingua e della nostra cultura. Sappiamo infatti che è grazie a queste che abbiamo mantenuto attraverso i secoli la nostra identità nazionale, essendo incuneati tra più numerosi e potenti popoli germanici, italici e ungheresi, e non avendo mai avuto una grande forza politica o militare. Non ci piace, quindi, quando veniamo scambiati con altri popoli o chiamati semplicemente “slavi”, anche se è vero che apparteniamo alla grande famiglia dei popoli slavi e che con essi condividiamo notevoli somiglianze linguistiche. Il nostro attaccamento alla lingua e alla cultura è testimoniato, tra l’altro, da una grande quantità di libri che vengono pubblicati dalle case editrici slovene. Secondo una statistica dell’Associazione Internazionale degli Editori (www.internationalpublishers.org), che misurava il numero dei titoli pubblicati in proporzione...
Č, Š, Ž, il duale e qualche risvolto per le traduzioni tecniche

Č, Š, Ž, il duale e qualche risvolto per le traduzioni tecniche

Una caratteristica che salta subito agli occhi quando si ha davanti un testo in lingua slovena è la presenza di segni diacritici particolari che esistono solo in alcune lingue, soprattutto slave e baltiche. Nel caso dello sloveno, si usano per le lettere č, š e ž. A volte questi segni a forma di tettuccio capovolto vengono scambiati per accenti. In realtà si tratta di lettere vere e proprie che si aggiungono al resto delle lettere che compongono l’alfabeto sloveno. In tutto sono 25: a b c č d e f g h i j k l m n o p r s š t v u z ž Vediamo come si pronunciano queste lettere speciali, confrontandole anche con le loro “sorelle” senza la pipa o “strešica” (tettuccio), come si chiama in sloveno. La č si pronuncia come la c dell’italiano merce. La c si pronuncia come la z dell’italiano stazione. La š si pronuncia come la sc dell’italiano scelta. La s si pronuncia come la s dell’italiano sera. La ž si pronuncia come la j del francese Jean o come la seconda g di garage. La z si pronuncia come la s dell’italiano cosa. Un’altra caratteristica molto singolare della lingua slovena è la presenza del numero grammaticale duale, oltre al singolare e al plurale che esistono probabilmente in tutte le lingue del mondo. La presenza del duale ha un’importante conseguenza per la traduzione, in particolare se si tratta di testi tecnici, come manuali e istruzioni d’uso e manutenzione. Capita spesso, infatti, di dover tradurre frasi in cui non viene precisato il numero esatto di oggetti, come: “Svitare le viti”,...